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334 storia della decadenza

navano il lago Ascanio1, che al ponente di Nicea per parecchie miglia si estende. La prudenza e l’industria di Alessio, un tale ostacolo superarono; sua mercè, vennero trasportati dal mare in sul lago, molti battelli carichi di abili arcieri, che alla fuga della Sultana si opposero. Già Nicea era stretta da tutte le bande, quando un messo dell’Imperator greco, avvertì gli abitanti di sottrarsi, finchè ne erano in tempo, al furore de’ Selvaggi d’Europa, accettando la protezione del suo Signore. Laonde nel momento della vittoria, o certamente allorchè vi era ogni ragion di sperarla, i Crociati, avidi di sangue e di strage, furono costretti fermarsi alla vista dello stendardo imperiale, che sventolava sulle mura della rocca; ed una sì importante conquista, Alessio con grande cura a sè medesimo riserbò. La voce dell’onore e dell’interesse, al bisbigliar dei Capi impose silenzio. Dopo un riposo di nove giorni, s’incamminarono verso la Frigia, condotti da un Generale greco, che inteso però sospettavano col Sultano. La Sultana e i primarj servi di Solimano, ottennero senza riscatto la loro libertà: e questa generosità dall’Imperatore usata ai miscredenti2, per una prova di perfidia ebbesi dai Latini.

  1. Non posso starmi dall’osservare la somiglianza tra le fazioni operate dai Crociati nell’assedio di Nicea dal suo lago protetta, e quelle di Fernando Cortez dinanzi alla capitale del Messico. (V. Robertson, Storia dell’America t. I, p. 608.)
  2. Miscredenti, voce inventata dai Crociati francesi, e adoperata oggidì solamente nel significato ch’essa offre. Sembra però che i nostri antichi, nell’ardore della lor divozione, riguardassero come sinonimi i vocaboli miscredente, e uomo