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NOVELLE 99

cendo? — seguitò; — Stereko, non batter ciglio; guarda attentamente qual via prende mio suocero.

L’uomo dal gabbanello rosso discese sulla stessa riva e si volse all’altipiano che piombava a picco sul Dnepr.

— Ah! ecco dove va! — disse il pan Danilo. — Stereko, lui si è ficcato appunto dallo stregone, dietro un tronco d’albero.

— Sì, davvero; proprio là, pan Danilo! Se no l’avremmo veduto altrove; è scomparso vicino al castello.

— Fermo, allora! noi balzeremo fuori e ne seguiremo le tracce; qui siamo al coperto. No, Caterina; ti dissi che tuo padre non è un uomo onesto; non opera punto come un ortodosso.

Il pan Danilo e il fido compagno giunsero alla fine sull’altipiano. Ma eran nascosti dal bosco centenario che circonda il castello. Da una finestra in alto vedevasi un bagliore; i cosacchi si tennero al di sotto, divisando come potessero arrivarvi; non vedevano alcuna porta; una entrata doveva essere certo nel cortile; ma come trovarla? Non si sentiva di lontano che uno sbatter di catene e un abbaiar di cani.

— Perchè pensarci su tanto? — disse il pan Danilo, scorgendo un’alta quercia di rimpetto alla finestra. — Rimanti costì, caro, ch’io salirò sulla quercia. Di là si vede la finestra come di su il davanzale.

Si tolse la cintura, lasciò la sciabola giù temendo di dar di cozzo e far rumore, si arrampicò di ramo in ramo, e fu sull’albero. La finestra era sempre rischiarata. Sedutosi su di un ramo vicino, si protese alquanto e guardò.

Nella stanza non si vedeva lampada, eppure era illuminata. Alla parete eran segni fantastici, e appese armi quali non portano turchi, crimeesi, liakhi, cristiani, neppure il glorioso popolo degli svedesi. Al soffitto si scorgeva per ogni verso appese delle nottole, la cui ombra prospettavasi sui muri, sugli usci, sul pavimento. Ed ecco aprirsi silenziosamente una porta. Entra qualcuno in gabbanello rosso e va difilato verso la tavola, coperta di una tovaglia bianca.

— È lui, è il suocero!

Il pan Danilo si aggrappò alquanto più in giù, afferrandosi meglio all’albero. Ma il suocero non aveva agio di badar se vi fosse persona presso la finestra. Si avvicinò, in aspetto cupo, crucciato; tolse il mensale dalla tavola, e, d’improvviso, per tutta la stanza, si diffuse dolce luce az-