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NOVELLE 109


— Io mi sento triste, donna, — dice pan Danilo; — ho mal di capo e di cuore. Son di peso a me stesso. Certo la mia sorte non è lontana.

— Oh, sposo mio diletto, poggia la festa su di me. Perchè ti crucci in tante idee nere? — pensò Caterina, ma non osò dirlo. Ora le era penoso ricevere le carezze del marito.

— Ascolta, donna, — disse Danilo: — non abbandonare il figlio mio quando io non sarò più qui. Dio non ti darà bene in questa vita e nell’altra, se tu lo abbandoni. Sarebbe troppo strazio alla mia casa l’imputridire nell’umida terra, e strazio maggiore all’anima mia.

— Che dici, sposo mio? Non ti ridi di noi, povere donne? E ora tu parli come noi donne. Bisogna vivere ancora per cent’anni.

— No, Caterina; la mia anima sente vicina la morte. Qualcosa di triste sta sulla terra; i tempi cattivi son giunti. Oh, io mi ricordo, mi ricordo gli anni passati; non torneranno più certo. Viveva ancora l’onore e la gloria delle nostre armi, il vecchio Konasevic. Mi vedo dinanzi agli occhi difilare i reggimenti cosacchi! Era l’età dell’oro, Caterina! Il vecchio etmano sedeva sul suo cavallo nero; nella mano gli luccicava il bastone del comando; intorno i capi, e dietro la rossa marea dei zaporoghi. L’etmano cominciò a parlare, e tutti fecero silenzio, come la tomba. Il vecchio piangeva, ricordandoci le nostre gesta, i nostri combattimenti passati. Se tu sapessi come ci combattevamo allora coi turchi! Mi si vede ancora in testa una ferita. Quattro palle mi traforarono il capo, e ciascuna ferita non è rimarginata del tutto. Quant’oro guadagnavamo allora! I cosacchi pigliavan a pieno i cappelli, le pietre preziose. E che cavalli,

Caterina, se tu sapessi che cavalli prendevamo allora! Mi par di non esser ancora vecchio, di esser anzi robusto; ma il brando polacco m’è caduto di mano; vivo senza far niente e non so più perchè vivo. Non è più ordine in Ukraina: i polkovnikij e gli essauli1 si accapiglian fra loro, come cani; non è più su di loro un capo supremo. La nostra nobiltà ha preso i costumi polacchi e imparato il russo, ha venduto l’anima e accetta l’unione coi cattolici... L’ebreismo opprime il popolo infelice. Oh, il tempo, il tempo passato! Che siete divenuti, anni miei? Va’, ragazzo, in canti-

  1. Colonnelli; capitani.