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voglia di sputare1; eppure, sapessi che stipendio intasca! Non offrirgli una tazza di porcellana dorata. «Cotesto», direbbe, «è un donativo da medico. Dàgli invece una pariglia di corsieri, o un droski2, o una pelliccia di castoro da trecento rubli. A prima vista lui è dolcissimo, vi dice delicatissimamente: «Abbia la cortesia di favorirmi un temperino per temperare una penna»; ma intanto ripulisce così bene il postulante, da lasciargli appena la camicia. In verità, il servizio ne’ nostri uffici è davvero pulito: vi regna tale nettezza che la reggenza del governo non ne avrà mai tanta: i tavolini son d’acagiù e i capi non danno del tu. Sì, lo confesso; se non ci fosse stata tale distinzione nel servizio, avrei lasciato da un pezzo il Ministero.

Indossai una vecchia pellegrina, e presi l’ombrello poichè pioveva a catinelle. Non gente per via; solo, alcune vecchie che si riparavano col rovescio della sottana; anche mercanti russi sotto i parapiova e corrieri mi dettero nell’occhio. In quanto a persone per bene, non incontrai che un collega cinovnik3; lo scorsi in un crocicchio. Quando lo vidi, dissi fra me lì per lì: «Ah, no, piccioncino, tu non vai per lo appunto al ministero; tu ti affretti dietro colei che ti corre davanti e ne rimiri i piedini». Che bestione quel collega cinovnik! Per Dio, non la cede a un ufficiale; passi qualunque femmina in cappellino, e lui, senza fallo, le si appicca. Mentre pensavo a ciò, vidi una carrozza fermarsi davanti a un negozio, vicino al quale mi trovavo. La riconobbi subito; era la carrozza del nostro Direttore. «Ma che gli occorre in un negozio?...» pensai: «Certo, sarà sua figlia». Rasentai il muro. Un valletto aprì la portiera, e lei svolazzò dalla carrozza come un uccello.

Quando lei guardò a diritta e a sinistra, quando lampeggiò fra sopracciglia ed occhi... oh mio signor Iddio, io fui perduto, addirittura perduto! Perchè la incontrai in quel giorno di pioggia? Vieni a sostenermi adesso che le donne non hanno un grande amore per i fronzoli! Lei non mi riconobbe; ma io m’imbacuccai apposta meglio che potetti, perchè avevo addosso quella pellegrina lercia, e quel ch’è

  1. Sputare o, meglio, crasciare, in Russia è segno di disprezzo.
  2. Specie di carrozza senza molle.
  3. Cin: corpo di impiegati amministrativi; cinovnik: impiegato, burocratico.