Pagina:Gogol - Novelle, traduzione di Domenico Ciampoli, 1916.djvu/153

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peggio, di foggia antica. Usan ora pastrani a baveri lunghi, o a mantellette lunghe, mentre le mie eran corte e disposte l’una sull’altra, senza contar che la stoffa non era senza tacche.

La sua cagnolina, non avendo avuto il tempo a passar per la porta del negozio, era rimasta sulla via. Conosco quella cagnolina; si chiama Medji. Non era scorso un minuto, quando udii d’un tratto una vocina tenera: «Buondì, Medji». Quest’è curiosa! Chi ha detto così? Guardai e vidi due signore riparate sotto un ombrello, l’una vecchia, l’altra giovane: ma esse eran passate oltre, quando vicino a me s’intese di nuovo: «È un errore, Medji». Che diavolo! Vidi che Medji si fiutava con altra cagnolina, che seguiva le signore. «Oh!» dissi fra me: «no, certo, non sono briaco. Briaco, credo, m’avviene d’esserlo tanto di rado!»

«No, Fedele, hai torto di pensar così», seguita lei. Vidi bene con questi occhi che Medji parlava. «Sono stata guà, guà, sono stata guà, guà, molto malata!» O ve’ codesta cucciola: confesso, fui molto stupito nel sentirla parlare come persona; ma poi, quand’ebbi considerata meglio la cosa, non fui stupito più. E davvero in questo mondo avvengon molti casi simili. Si dice che in Inghilterra un pesce uscì un giorno a fior d’acqua e profferì due parole in lingua così strana che i dotti da ben due anni sudano a determinarla, senza aver potuto ancora concluder niente. Ho pur letto sui giornali la storia di due vacche, le quali entrarono in una bottega e chiesero due libbre di tè. Ma devo confessare che il mio stupore si accrebbe quando Medji disse: «Ti ho scritto, Fedele; certo, Polkan non ti ha portato la lettera». Se il diavolo mi porti, durante tutta la vita, io non ho inteso mai che un cane possa scrivere! Solo un nobile può scrivere correttamente. Sicuro: scrivon pure i mercanti e i popolani servi, talvolta; ma per lo più la loro scrittura è semplicemente meccanica; non virgole, non punti, non stile.

Ero proprio attonito. Confesso che da qualche tempo a questa parte, comincio a comprendere e vedere cose che niuno ha finora mai vedute o intese. Or vo’ seguire», dissi fra me, «questa cucciola, e saper chi è e cosa pensa». Apersi l’ombrello, e via, dietro alle due signore. Esse passaron per la Gorokhovaia, giraron per la Mescianskaia, di là nella Stoliarnaia, passarono alla fine il ponte Kokuskin, e si fermarono davanti a una gran casa. «Conosco