Pagina:Gogol - Novelle, traduzione di Domenico Ciampoli, 1916.djvu/36

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34 GOGOL

somma la casa. Si buccina nel villaggio che la non sia cognata; ma si è già visto che nel villaggio il Capo ha molti nemici, felicissimi di spargergli intorno calunnie. Però, quello che potrebbe dar pretesto a simili voci, gli è che la cognata non nasconde il suo dispetto quando lui entra in un campo ove son mietitrici, o in casa d’un cosacco che abbia figliuola.

Il Capo del villaggio è guercio; ma in cambio, l’occhio che gli resta è furbo e vede in lontananza una graziosa contadinella; non sbircia tuttavia un bel visetto, senza esser prima sicuro che i parenti di lei non lo spiino a loro volta.

Ora noi abbiam detto quasi tutto intorno al Capo del villaggio, mentre il briaco Kalenik non è ancora a metà della sua strada; intanto, egli seguiterà a prodigare contro il capoccia tutte le elette parolacce che possono escirgli dalla lingua tartagliante e torpida.


III.

UN RIVALE INASPETTATO. — LA CONGIURA.


— No, cari miei, no, non voglio. Basta omai la baldoria. È tempo di smettere. Già ce l’abbiamo il nome di fior di bricconi. Meglio, andare a dormire. — Così diceva Levko ai compagni buontemponi che volevan trascinarlo a nuove chiassate. — Addio, cari! Buona notte.

E via, di buon passo.

«Dormirà la mia Anna?» pensava, avvicinandosi alla casetta dai ciliegi nani che conosciamo. A un tratto, il silenzio fu turbato da un discorrere sommesso. Levko si fermò in ascolto. Si scorgeva fra le piante un biancicar di camicia1; «che vuol dir cotesto?» pensò; e avanzando di soppiatto, si nascose dietro un albero.

Al lume della luna spiccava il viso d’una fanciulla... «È Anna! Ma chi, l’uomo d’alta statura che mi volge le spalle?». Invano tendeva la vista; l’ombra gli nascondeva lo sconosciuto dal capo a’ piedi: solo il petto era un poco illuminato; se Levko si fosse mosso un tantino, sarebbe


  1. In Ukraina usa portar le camicie a guisa di giubbe.