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50 GOGOL


— Io son pronto a tutto per te, bellezza mia, — disse egli, commosso; — ma come, dove trovarla?

— Guarda, guarda! — esortò lei d’un subito: — ella è qui; passa sulla rive confusa tra le mie fanciulle; si scalda ai raggi della luna, ma è maligna, astuta; si è trasformata in annegata; ma io so, io sento che è qui. Lei mi opprime, mi soffoca. Per lei, io non posso nuotare liberamente, lievemente come un uccello. Mi tuffo e cado al fondo come sasso. Trovala, giovine!

Levko guardò verso la riva. Nella nebbia argentea ondulavan le fanciulle, leggiere come ombre, in càmici bianchi, come prateria disseminata di mughetti. Al loro collo luccicavan monili di monete d’oro; ma esse erano pallide; il loro corpo era contesto di nubi diafane ed eran come traversate dai raggi argentei della luna. La loro cerchia, giocando giocando, gli si avvicinava; egli ne udiva la voce.

— Or via, giochiamo al corvo! giochiamo al corvo! — sussurrarono come le canne baciate, nell’ora blanda del crepuscolo, dalle aeree labbra del vento.

— O chi sarà il corvo?

Gittaron le sorti, e una fanciulla uscì dalla brigata. Levko prese a osservarla. Il viso, le vestimenta non la distinguevan dalle altre; si notava soltanto che compiva di mal animo quella parte. In folla si eran disperse per isfuggire agli attacchi del nemico rapace.

— No; non voglio essere io il corvo! — disse la fanciulla stanca; — mi fa pena il rapire i piccini alle povere madri.

— Tu non sei la strega, — pensò Levko.

— Chi sarà il corvo, allora?

Le fanciulle si raccolsero di nuovo per gittar le sorti.

— Sarò io il corvo, — disse una di loro. Rapida, animosa, ella inseguiva lo stuolo delle fanciulle, correndo ora a dritta, ora a manca per afferrar la vittima. Levko allora osservò che il corpo di lei non era trasparente come quel delle altre. Vi scorgeva entro qualcosa di nero. A un tratto, suona un grido: il corvo si avventa su di una delle annegate, l’agguata, e Levko crede scoprirne gli artigli, mentre sul viso le balenava una gioia malvagia.

— La strega! — esclamò additandola d’improvviso e volgendosi alla casa.