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94 GOGOL


I cosacchi si battevano furiosamente, a forze pari; non uno la vinceva sull’altro. Ora attaccava il padre di Caterina, e il pan Danilo si difendeva; ora attaccava il pan Danilo, e il rosso padre parava; poi, si trovavan di nuovo sulla linea stessa. Grondavano schiuma. Alzarono le braccia... tam! Risuonaron le sciabole, e con fracasso le lame volaron d’ambo i lati.

— Ti ringrazio, mio Dio! — disse Caterina. Ma subito ruppe in un altro grido, vedendo i cosacchi dar di mano a’ moschetti... Aggiustarono la pietra focaia e alzarono il grilletto.

Tirò il pan Danilo, e fallì il colpo. Il padre mirò... vecchio, non vede bene come un giovine; la mano però non gli trema; tira; il colpo echeggia... Il pan Danilo vacilla; sangue vermiglio gli arrossa la manica sinistra della giubba.

— No! — gridò lui, — io non mi dò punto per vinto. Non la mancina importa, ma la diritta. Ho appesa alla parete una pistola turca; non mi ha tradito mai per tutta la vita. Scendi dal muro, vecchio compagno; rendimi un novello servizio.

Danilo stese la mano.

— Danilo! — invocò Caterina desolata afferrandolo per la mano e gettandoglisi alle ginocchia: — io non ti scongiuro per me, poichè la mia morte è prossima; è una cattiva donna colei che sopravvive allo sposo; il Dnepr, il Dnepr gelato sarà la mia fossa... Ma guarda tuo figlio, Danilo, pensa a tuo figlio... Chi riscalderà l’infelice bambino? Chi lo carezzerà? Chi gl’insegnerà a volare sopra un cavallo nero, a battersi per la libertà e per la fede, a bere e a sollazzarsi come un cosacco? Muori, figlio mio, muori! Il tuo babbo non vuole riconoscerti. Vedi come volge la testa?... Oh, adesso io ti conosco! Tu sei una bestia feroce, non un uomo. Tu hai cuore di lupo, un’anima di fango. Credevo che fosse in te una goccia di pietà, che nel tuo cuore di pietra fosse ancora qualche senso di umanità. Ah, mi ingannavo da folle! Sarai lieto, contento. Le tue ossa si metteranno a danzare per la gioia nella tomba, quando sentiranno che i Liakhi, empie belve, getteranno tuo figlio nel fuoco, o te lo scanneranno coi coltellacci e tu ne udrai le grida. Tu ne godrai nella bara e attizzerai col berretto il fuoco che gli arderà sotto.

— Basta, Caterina! Vieni, Ivan mio diletto, ch’io ti