Pagina:Gogol - Novelle, traduzione di Domenico Ciampoli, 1916.djvu/97

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NOVELLE 95

baci! No, figlio mio, nessuno ti torcerà un capello. Tu crescerai per la gloria della patria; come l’uragano tu galopperai davanti ai cosacchi con in capo il berretto di velluto, con la sciabola tagliente nella mano... Dammi la mano, babbo. Torniamo come prima. Ciò che ti ho fatto è ingiusto; lo riconosco. Mi darai la mano? — disse Danilo al padre di Caterina, che restava lì, allo stesso posto, non lasciando trasparir dal viso nè sdegno, nè riconciliazione.

— Babbo! — pregò Caterina, mentre gli si avvicinava e lo baciava; — non essere impassibile; perdona a Danilo; egli non ti si opporrà più, oramai.

— Solo per te, figlia mia, perdono, — rispose lui, e nel baciarla gli brillavano stranamente gli occhi.

Caterina ebbe un lieve brivido; quel bacio le parve cosa inaudita, e misterioso quel lampo di pupille. Si appoggiò coi gomiti alla tavola, sulla quale Danilo posava la mano ferita, fasciandola. E nel curarsi, cambiò di parere, stimando di aver fatto male e operato non come un cosacco, chiedendo perdono, quando lui non era colpevole punto.


IV.

Spuntò il giorno, ma senza sole; si coperse il cielo. e sulle praterie, sui boschi, sul lago Dnepr cadde una sottile pioggerella. La pania Caterina si destò con l’anima in pena; aveva gli occhi rossi e la vita intera inquieta, sconvolta. — Mio caro marito, marito mio diletto! Ho sognato un sogno spaventevole.

— Che sogno, mia cara Caterina?

— Ciò che ho sognato è proprio spaventevole, eppure mi sembrava di essere desta. Ho sognato che mio padre è lo stesso mostro che vedemmo dall’essaul. Ma, ti prego, non credere a questo sogno; quante sciocchezze non appaiono in sogno! Io gli stavo davanti, tutta tremante; avevo paura e ogni sua parola mi torceva i nervi. Se sapessi che cosa mi ha detto....

— Che ti ha detto, adorata Caterina mia?

— Mi ha detto: «Guardami, Caterina; io sono bellissimo. A torto la gente crede ch’io sia brutto. Io sarò per te un marito perfetto. Ve’ come mi brillano gli occhi!».