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96 GOGOL


E mi fisso cogli occhi ardenti. Io gettai un grido e mi svegliai.

— Sì, i sogni dicono spesso la verità. Sai tu che là, dietro la montagna, non si è più tranquilli? I Liakhi ricominciano a volgere gli occhi a queste parti. Gorobez mi ha mandato a dire di star sulle scolte; lui si turba a torto, poichè, anche senza quelle voci, io veglio sempre. I miei giovani stanotte han fatto dodici atterramenti d’alberi. Noi gli accoglieremo con prugne di piombo e i signori polacchi danzeranno a suon di randelli.

— E il babbo sa codesto?

— Tuo padre mi pesa sulle spalle. Sinora non ho potuto capirlo. Egli ha commesso, certo, in terra straniera, molti delitti. Per qual ragione, a dirla fra noi, vive da un mese così, senza svagarsi mai, come fa un onesto cosacco? Non ha voluto bere idromele. Comprendi, Caterina? Non ha voluto bere l’idromele che presi dagli ebrei di Bretov... Olà, giovinotto! — gridò il pan Danilo; — corri in cantina, figliuolo, e portami dell’idromele ebreo. Lui non bevve neppure l’acquavite di granone! Che peccato! A me pare, pania Caterina, che non creda in Cristo nostro Signore. Di’: e a te che ne sembra?

— Santo Dio! Cosa ti viene in mente, pan Danilo?

— È curioso, pania! — seguitò Danilo prendendo dalle mani del cosacco un orcio; — gli stessi cattolici impuri gustano l’acquavite; solo i turchi non ne bevono. E tu, Stereko, ti sei goduto un bel po’ d’idromele, in cantina?

— L’ho appena assaggiata, pan.

— Tu menti, figlio di cane! Ve’ come le mosche ti si avventano ai baffi. Ti leggo negli occhi che ne hai ingozzato mezzo vedro. Oh, i cosacchi! Mala genia! Sempre pronto nel dare ai compagni, ma asciuga tutto quanto è liquido. E io, pania Caterina, da quanto tempo non mi ubriaco! Vero?

— Già, da un pezzo! Ma l’ultima volta...

— Non temer di niente, non temere. Non berrò più a boccali. Ma ecco il prete turco apre l’uscio!... — brontolò fra i denti, vedendo il suocero giungere alla porta.

— Or com’è mai, figlia mia? — disse il padre togliendosi di testa il berretto e aggiustandosi la cintura d’onde scendeva una sciabola dalle pietre stravaganti. — Il sole è già tant’alto e il pasto non è pronto?

— Il pasto è pronto, padre pan; ci accomoderemo su-