Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/108

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GOGOL


— Come mai?

— Nessuno degli abitanti della città, già da tempo, nessuno ha piú un boccone di pane; già da tempo, non si mangia altro che terra.

Andrea restò di sasso.

— La signorina ti vide dall’alto del terrapieno mentre eri con gli altri Saporogini; mi disse: «Va’, di’ a quel cavaliere: se si ricorda di me, che venga da me; e se non se ne ricorda... che ti dia un tozzo di pane per questa povera vecchia di mia madre, perché io non voglio vedere morire prima di me la mia mamma. Che piuttosto muoia prima io e lei dopo di me! Gèttati alle sue ginocchia, scongiuralo: anche lui ha una vecchia madre... che per amore di lei dia un po’ di pane!».

Molti sentimenti d’ogni sorta si destarono e divamparono nel giovine petto del cosacco.

— Ma tu come sei qui? Come ci sei venuta?

— Per un cammino sotterraneo.

— O che c’è un cammino sotterraneo?

— Sí.

— Dove?

— Non ci tradirai, cavaliere?

— Giuro sulla Croce santa.

— Calandosi per la scarpata, e traversando il ruscello, laggiú dove è il canneto.

— E il passaggio arriva fino dentro la città?


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