Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/183

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TARAS BUL'BA

dell’onore che mi avete fatto nominandomi vostro atamano, per quanto quest’onore sia grande, e neppure per il fatto che ci siamo licenziati dai nostri compagni: no, in un altro momento si conviene questo e altro; ma non è tale il momento che abbiamo dinnanzi a noi. Noi abbiamo dinnanzi un’impresa di grande sudore, di grande eroismo cosacco! Ebbene beviamo, o compagni, beviamo in una volta, prima di tutto per la santa fede ortodossa; che venga finalmente un tempo in cui essa si spanda per tutto il mondo e dappertutto sia una sola santa religione e tutti gli increduli, quanti sono, tutti si facciano cristiani! Poi ancora tutti insieme in una volta beviamo anche per la Sjec, acciocché a lungo, a lungo essa rimanga per la rovina di tutti gli infedeli e acciocché ogni anno escano da lei giovani uno migliore dell’altro, uno piú bello dell’altro. E poi ancora beviamo insieme alla nostra propria gloria, acciocché abbiano a dire i nipoti e i figli dei nipoti, che ci furono una volta uomini cosiffatti da non far torto alla solidarietà fra compagni e da non tradire i loro fratelli. Dunque, per la fede, egregi signori, per la fede!

— Per la fede! — risposero urlando quelli che si trovavano nelle file piú vicine. — Per la fede! ripeterono i piú lontani; e tutti


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