Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/206

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GOGOL

segno col fazzoletto. Comprese il segnale Ostap e mosse un violento assalto, uscendo dall’imboscata, contro la cavalleria. Non resistettero all’urto violento i Ljachi, ed egli li inseguí e li spinse direttamente verso il terreno tutto irto di pali e tronconi di lance. Andarono a inciampare e cadere lí i cavalli, mentre sulle loro teste volavano Ljachi. E in quel momento, i soldati di Korsun1, schierati per ultimi dietro i carri, accortisi che i nemici erano già a tiro, cominciarono una scarica di fucileria. Si confusero e dispersero tutti i Polacchi, e s’imbaldanzirono i cosacchi. «Vittoria! vittoria!» si sentiva gridare dalle voci dei Saporogini da tutti i lati; diedero fiato alle trombe e spiegarono il vessillo della vittoria. Da ogni parte fuggivano e si nascondevano i Ljachi dispersi.

— No attenti! ancora non c’è vittoria! — disse Taras, guardando verso le porte della città; e aveva ragione.

Si aprirono le porte, e ne uscí fuori come a volo il reggimento degli usseri, il fior fiore di tutti i reggimenti di cavalleria. Tutti, dal primo all’ultimo, cavalcavano cavalli morelli indomiti; avanti a tutti si lanciava l’eroe piú ardito di tutti, piú bello di tutti; e cosí volavano i suoi ca-


  1. Korsun-Chersoneso Taurico, presso Sebastopoli.

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