Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/244

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GOGOL

tutta quella gente che vedete, è venuta apposta per guardare come giustizieranno i rei. E quello là, tesoro, che, come vedete, tiene in mano la mannaia e gli altri arnesi, quello è il boia, e deve fare lui l’esecuzione. E quando comincerà a dare la ruota e compiere altri tormenti, allora il reo sarà ancora vivo; ma quando gli porteranno via la testa, allora, anima mia, egli morrà all’istante. Prima griderà e si muoverà, ma come appena gli portano via la testa, allora non potrà piú né gridare, né mangiare, né bere, perché, anima mia, non avrà piú la testa.

E Juzysja stava a sentire ogni cosa con terrore e con curiosità. I tetti delle case erano tutti coperti di gente. Dagli abbaini si affacciavano strani ceffi, coi baffi e con qualcosa di simile alle cuffie. Sui balconi, sotto baldacchini, sedeva l’aristocrazia. Una graziosa manina di dama ridente, luccicante come lo zucchero bianco, si appoggiava a una ringhiera. Gli illustrissimi signori, abbastanza corpulenti, guardavano con aria grave. Un valletto in livrea scintillante con le maniche rimboccate, distribuiva lí sul posto svariate bibite e leccornie. Spesso una piccola monella dagli occhi neri, riempitasi la nobile manina di pasticcini e frutta, ne gettava sulla folla. Una turba di cavalieri famelici sporgeva


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