Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/253

Da Wikisource.

TARAS BUL'BA

bero riacquistato la loro libertà, l’antica inimicizia sarebbe stata dimenticata e nessuna offesa si sarebbe recata ai guerrieri cosacchi. Un solo colonnello non consentí in quella pace. Quell’unico dissenziente fu Taras.

Si strappò dal capo una ciocca di capelli e gridò:

— Ehi, atamano e colonnelli! Non fate un’azione cosí da femminucce! non prestate fede ai Ljachi: vi tradiranno quelle canaglie!

Quando poi il segretario del reggimento presentò il trattato e l’atamano vi appose la sua autorevole firma egli si tolse una sciabola turca di puro acciaio di Damasco, una lama costosa di finissima qualità, la ruppe in due come una canna e gettò separatamente in due lati opposti i due tronconi, dicendo:

— Addio, dunque! Come i due tronconi di questa spada non si riuniranno mai piú e non formeranno mai piú una sola spada, cosí noi, camerati, non ci rivedremo piú in questo mondo! Ascoltate pertanto la mia parola di addio... — nel dir questo la sua voce crebbe, si elevò piú in alto e assunse una forza insolita, e tutti furono turbati da quelle profetiche parole — prima dell’ora della vostra morte vi ricorderete di me! Pensate di aver comprato la tranquillità e la pace; pensate che vi metterete a fare i si-


251