Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/231

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parte prima - capitolo xxxiv 225


Il dolce avviso che mi dava quel grand’uomo, assennato per etá, per dottrina e per esperienza, fu guardato da me come una veritá, ma come una veritá che non dovesse troncare le mie risa e il mio divertimento e le difese della purgatezza dello scrivere e della buona morale, contaminati dall’incolto libero modo di comporre e dal sfrenato modo di riflettere tendente alla sovversione de’ costumi.

Un certo cherico appellato Placido Bordoni, sviscerato amante e discepolo dell’abate Chiari, raccoglitore ed editore non so di quanti volumi delle rime del maestro, ch’egli ha intitolate: Poesie liriche, pretese di sbaragliare la nostra accademia con un libricciuolo a cui pose il titolo di Nuovo secreto, ecc., e con una epistola in versi sciolti della nuova ampollosa tempera, diretta all’abate Chiari, ebbe la pretina inciviltá di voler morto e sotterrato mentalmente alla vita letteraria il benemerito mio fratello Gasparo, cantarellando:

          Giá è morto Fannio, in pace
Riposi, ch’io non turbo, quale ei sia.
Quel ch’ei gode lá giú riposo oscuro, ecc.

L’abate Chiari dispose di dare la risoluta sconfitta e la fuga alla schiera de’ granelleschi con certo libro d’un anonimo francese scrittore, da lui pubblicato come sua traduzione, intitolato: Genio e costumi del secolo.

Quel libro francese, che come si deve credere non aveva a far nulla con noi accademici, fu dal Chiari, il quale, per essere uomo uscito dalla compagnia de’ padri gesuiti, si piccava d’essere eccellente scrittore, impastricciato qua e colá d’infiniti squarci mal innestati sulle pagine di quel libro innocente, diretti agli accademici granelleschi colle piú dozzinali e fangose invettive e co’ piú villaneschi strapazzi che un rabbioso scrittore superbo vergasse. Il trattare gli accademici da semplici grammatici, da pedanti inutili, da insetti spregevoli, furono i piú piccioli insulti.

Per un decreto della nostra allegra assemblea, la quale aveva per sozi molti eruditi patrizi veneti, rintuzzai la petulanza del Nuovo secreto del Bordoni e il cattivo impasto del Genio e costumi