Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/199

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’7^ o gliela^ o ne in gliene usato per oggetto, che forse allori erano errori di pronuncia, come ne* seguenti esempj: Cww con V unghie nel viso a Calandrino^ e tutto gusle graffò, B. Piena di stizza gliele tolsi di manOj e hoUa recata a voi* B. Sapes^a che il Duca e i f^eneziani non guejte con- sentirebbero. M. Sarebbe oggi errore Tusare ie singolare e ne per l’oggetto. Il volere imitar gli antichi in questi erro- ri è manifesta affettazione , in pregiudizio della chiarema, e contro il buon senso* Perchè s* hanno a poter confonde- re questi pronomi /ò,/a, //, le^ ne, in quelle voci composte, e non divisi? qual differenza v’è? qual ragione ? £ così di- co esser dispiacente il suono dì lo le^ la le^ in luogo di g/fe- iò, gliela^ come l’usa il Davanzali: Tronchi la guerra di colpo alla repubblica il collo^ anzi che pace sì sciagurata lo le cincischi. È da notare Terrore frequente^ perchè si possa fuggire, di dire ce lo dirò^ ce lo farò fare ecc; in luogo di glido diròf glielo farò fare^ DEL PROirOME WE. i. loho gran desiderio dtaver di quelle peres ^^^^ su t albero^ e gittaNE già alquante. B. ^. Io ne son molto dolente. B. 3. Ultimamente restituita alpadre^ NEifaalre del Garbo. B. 4* Quantunque ai^sse sostenuta gravissima pena^ e molto se ne fosse rammaricato^ poiché il dente ir" e- ra fuori , gli parve esser guarito. B. 5. Ancor che molte volte il di davanti la morte chiamata avesse , i^edendola prestUf y ebbe paura. B. 6. Tanto si convenivano in que^ sto costume^ che amici n^ emno divenuti^ e spesso usava" no insieme • B. Il pronome ne può rappresentare il noaie qualificali-