Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/200

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1^3 le del hiogo , delle persone » e delle cose , e anche d* una proposizione intera che lo preceda; e si usa parimente nei singolare e nel plurale. Nel primo esempio ne sta in luogo di quelle pere; nel secondo equivale a di ciò; nel terzo ri-^ spoode a di quel luogo; nel quarto il primo comprende di ciò , il che corrisponde alla precedente proposizione , e il secondo • del suo luogo ; nel quinto rappresenta della morie* % nn errore il dire che ne significhi anche da questo da quel luogo; ne è sempre segno del qualificante, e com- prende solo la preposizione^/; e quando si riferisce a luo- go, equivale a quinci e quindi^ di questo e di quel luogo. Nel terzo esempio dico che ne significa di quel luogo, per- diè, io forza della ellissi, si può usare dij dopo andare, co- me da^ dicendosi andate sfia di qua. Nel quarto esempio il pronome tronco n* avanti ad era sta per del luogo suo; che, quando si dice partirne, trarne, uscirne, il pronome ne al- tro non significa che di questo o di quel luogo^ poiché, co- me vedremo nel capitolo delle preposizioni, si dice partire di , trarre di, uscire di. Dunque ne non può comprende- re la preposizione </a, perchè comprende^/, per la Sles- ia ragione che di non può essere da ad un* ora medesima.

due ne del 6» esempio rappresentano di ciòy e vi si sot- 

tintende per cacone. Benché, rispetto allo stare prima o dopo il yerho, que- sto pronome siegua le regole date per lo, la, le ecc; si po- ne alle volte dopo i monosillabi anche di que* modi e tem- pi che 1 richiederebbero avanti, e ae ne forman voci ardite e belle, raddoppiando la n, come funne ed ennef in luo- go di ne fu, ne è, de* seguenti esempj: Augusto ^i mise Ar-