Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/174

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meco stesso eziandio248 che alle statue degl’imperatori romani, segato il capo di colui che finiva, vi sostituivano il capo di quello che incominciava il regno; pratica, la quale vidi anche ai miei tempi messa in opera a Lucca per la statua di Napoleone, decapitato prima e poi trasformato in Carlo III249 di gloriosa memoria presso quelli che se ne ricordavano, tenendo fitte nel pensiero le statue dei pontefici traboccate periodicamente dopo la morte loro250 nel Tevere, le 360 di Demetrio Falereo, quelle che ogni tribù di Roma eresse a Mario Graditano, abbattute in un giorno, le prime dagli Ateniesi, le seconde da Silla, e le altre innumerevoli di tanti principi e capitani.

Quando gli uomini con la buona mente si ebbero l’accompagnatura dell’ottimo cuore, molto pregiaronsi facendo di me alle inclite stirpi nome e casato. Sopra tutti si distinsero i Romani nati a vincere e a governare il mondo; colà tu incontri le famiglie Vinnie e Lucrezie soprannominate Asinelle; Asinii gli Agrippa, i Balbi, i Celeri, i Capitoni, i Dentoni, i Galli, i Lucii, i Marcelli, i Pollioni, i Pretestati, i Quadrati, i Rufi, i Sabini, i Salonini, i Torquati; Asinoni i Claudii e i Sempronii; gente Asinia la Cornelia. Plinio il vecchio nel libro nono della Storia naturale registrò il nome di un tale Asinio Celere che ai tempi di Cali-