Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/194

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Toscani e di altri cotali; io nacqui per tutti e tenni nelle mie zampe il mondo per la felicità del genere umano, nella guisa appunto che nei suoi artigli lo teneva l’Aquila di sua maestà l’imperatore di Austria. Siamo d’accordo sì, re Salomone, e non importa che tu mi ammicchi col capo; il mio ceppo primo ebbe teco comune il luogo dei natali, e non poteva essere a meno, colà nella terra genitrice di due religioni, di tanti profeti, di tanti legislatori, di martiri e di confessori, Dio pose il germe di me che certo fui meno illustre, non però meno utile di quelli alla stirpe di Adamo. Di ciò allego un testimone che vale mille, ed è la Chiesa cattolica, la quale componendo il responsario per la famosa messa dell’Asino, ci mise dentro questa strofa che io volto per comodo degli uditori:

«Robusto e snello
L’Asino bello
Ai sacchi potente
Venne d’Oriente287».

Molte cose potrei aggiungere illustrando più largamente il soggetto: mi piaccia meglio, come sempre, la cavezza della modestia piuttosto che la frusta dell’orgoglio. Tengasi intanto ognuno per avvertito che l’Asino può barattare un testone di nobiltà con tre paoli di gentilezza, e do fine; im-