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Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/39

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aspettare tanto che uno di loro fussi fuora della cittá, e tanto piú quanto credettono avessi a essere presto, perché era voce che Giuliano toglieva per donna una figliuola del signore di Piombino, e pareva ragionevole che, togliendola, dovessi andare a Piombino a vederla. Di poi, non succedendo questo parentado, stettono in espettazione che Lorenzo, come aveva dato intenzione, dovessi andare a Roma, con disegno mentre era in Roma di amazzare Giuliano, e che Lorenzo fussi ritenuto. Risolvendosi anche di poi questa speranza, e dubitando che per essere la pratica in bocca di molti non venissi a luce, conchiusono essere necessario non aspettare piú e amazzargli tutt’a dua col modo ed ordine che di sotto si dirá.

Concorreva in questo trattato non solo el conte, ma eziandio la santitá del papa ne era conscia e lo desiderava, benché per rispetto dello onore suo faceva menare el trattato al conte Girolamo. Concorrevaci eziandio el re Ferrando, quale, sendo confidatissimo ed in grande intelligenzia col pontefice, si era sdegnato che lo stato di Firenze si fussi aderito e collegato con Vinegia e Milano, e si persuadeva, mettendo uno stato nuovo in Firenze, aversi a valere di quella cittá a modo suo, e di poi, rispetto alla potenzia ed autoritá sua, a quello si poteva promettere del papa, alla oportunitá di questa republica, avere a essere quasi arbitro di tutta Italia, vedendo massime morto el duca Galeazzo; quale se fussi stato vivo, non sarebbe el re entrato in questi farnetichi. Concorrevaci Federigo duca di Urbino, per essersi molti anni innanzi interamente dato e dedicato al re; aggiugnevasi la oportunitá di Cittá di Castello, di che sotto governo della Chiesa era capo messer Lorenzo Iustini da Castello, conscio e fautore di questa pratica ed inimico di Lorenzo, per avere lui sempre favorito messer Nicolò Vitelli da Castello suo avversario. Questi tanti favori non solo accesono l’arcivescovo e Franceschino, uomini animosi ed inquieti, ma eziandio lo persuasone a messer Iacopo, el quale ci era stato un pezzo freddo e renitente, non perché non avessi odio grande verso Lorenzo, ma perché piú maturamente considerava quanto la cosa fussi