Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
INNO A ROMA
ch’ella da molti secoli nell’ombra
era discesa, tutta rughe e muffa:
“ ... non cadrà più, poi ch’è il dolore umano!
Gli uomini eretto i templi hanno al dolore!
È il dio sol esso, il solo dio fra tutti,
che non può mai morire!„
L’ESECRAZIONE
Cadean gli dei; restava il Campidoglio,
invïolato; e immobile la rupe
pendea sull’urbe. E il Barbaro selvaggio
invase l’urbe, e la guastò col ferro
e con la fiamma, e l’unghia de’ cavalli,
grave, pestò le sue ceneri: invano.
Fin ch’un di loro decretò che lento
— 83 —