Pagina:Il Canzoniere di Matteo Bandello.djvu/190

Da Wikisource.

Il Canzoniere 187

Amor, che sì mi sforzi, e sì mi sproni,
     Perchè non fai ch’i’ veggia un tratto accesa
     14Questa che puote, e non vuol darmi aìta?


V. 4. Ardito e franco, aggettivi che ben si confanno all’idea degli sproni; anche il Bandello dovrebbe essere franco cavaliere ardimentoso; invece, il contrapposto è efficace, lasso e stanco, cui corrispondono i verbi m’intoppo adatto all’idea della corsa a cavallo, e manco, vengo meno. Al concetto della impresa di caccia s’adatta quello della Mencia, augel che vola.


CXXVII.

Vagheggia un dì felice in cui potrà, senz’ambascia, godere gioia d’amore.


Sarà che mai mi trovi for di questi
     Strani accidenti, tra la neve e ’l fuoco,
     E possa dir: Amor, in questo gioco
     4La gioia senza duol mi concedesti?
Sarà ch’un giorno sol lieto mi presti
     Sì, che di gioia senta almeno un poco,
     Nè più divenga sospirando roco,
     8E dorma sì, ch’ognora non mi desti?
Sarà ch’i’ veggia quel bel viso, e adorno
     Ver me scoprirsi sì benigno e pio,
     11Che più non tema, che l’ingombri sdegno?
O più d’ogni altro avventuroso giorno,
     Sereno e chiaro, vieni, e tempo rio
     14Di nebbia o pioggia in te non mostri segno!


V. 1. Sarà mai, per ben tre volte inizia la strofe così; cfr.: Vedrò