Pagina:Il Canzoniere di Matteo Bandello.djvu/192

Da Wikisource.

Il Canzoniere 189

     Di varii fior vestite, nè sia tempo
     Che manchi vostra vena al dotto fiume.
Qual rivo, stagno, fonte, mare o fiume
     20Sparge di voi più cristalline l’acque?
     Al più cocente, e al più gelato tempo
     Chi ode di voi più dotte Muse e versi?
     Qual arbor è, che ’n quest’antica piaggia
     Non senta novi carmi, e novo stile?
25Ch’al gran Gonzaga innalza altri lo stile,
     Altri dispiega d’eloquenza un fiume
     Cantando l’alma Elisa in bosco, e ’n piaggia.
     Altri poi sparge d’Elicona l’acque,
     E loda l’arboscel con alti versi,
     30Che venne di Damasco è già gran tempo.
Così per me finchè fia moto e tempo.
     Se nulla ponno insieme col mio stile
     Tant’intagliati in mille pioppe versi,
     Eterna fia Madonna, e tu, chiar fiume,
     35Pomposo te n’andrai gonfiando l’acque,
     E sempre avrai poeti in questa piaggia.
Ceda di Tempe la fiorita piaggia,
     Che presso a Pindo è verde in ogni tempo,
     A questi campi, ceda a voi, bell’acque,
     40Il chiar Peneo, o qual si trova in stile
     Cantato lago, o più superbo fiume,
     Ed a Costei le più lodate in versi.
Quant’ho mai messo in prosa, o scritto in versi
     Di quest’allegra, e avventurosa piaggia,
     45E del corrente, e limpido bel fiume,
     E di Costei, ch’onora il nostro tempo,
     È breve stilla d’infinito stile:
     Tai son. Madonna, il Mencio, il luogo e l’acque.
Qual meraviglia, dunque, se dell’acque,