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272 il trentino.

Nel 1895 si ebbero:

La superficie coltivata a legumi non è molto ampia; si ebbe nel ’95 un prodotto complessivo di 7155 ettolitri.

Alla coltura del lino sono dedicati 104 ettari, a quella della, canape 314; d’onde si ebbero nel ’95: 466 quintali di seme di lino, 336 di stoppia, 823 di seme di canapa e 1.171 di corteccia di canape.

In alcuni distretti di montagna è diffusa la coltivazione dei cavoli; nel 1895 si ebbe un prodotto di 37.175 quintali; la produzione della paglia fu nello stesso anno di 436.270 quintali. La coltura del gelso — quantunque in stato di crescente decadenza — diede nel 1896 kg. 1.287.000 di bozzoli; nel ’95 kg. 1.659.000. Il valore della produzione bozzoli nel ’95 fu valutato a fiorini 1.659.000. Il gelso è coltivato in pianura e in montagna fino a 870 m. circa sopra il livello del mare.

La coltura del tabacco è permessa dal governo nella Valle Lagarina sotto controllo e in misura limitata. Occupa 390 ettari dai quali nel ’95 si ricavarono 3236 quintali eli prodotto.

I prati occupano una considerevole estensione della regione trentina. Raggruppando sotto questa denominazione, i pascoli alpini, i prati naturali e i campi coltivati a trifoglio, ad erba medica e a mais-foraggio si ha una superficie complessiva di 79.398 ettari, con una produzione approssimativa annua di 1.900.000 quintali.

Tale estensione favorisce l’allevamento del bestiame, in modo speciale dei bovini, delle capre e delle pecore. Secondo