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IL BUON CUORE 325


diato ma non interamente distrutto. Questo programma di lavoro fu sottoposto al Consiglio di Belle Arti che si riservò il giudizio definitivo dopo un saggio dei restauri condotti secondo i criteri esposti dalla commissione. E finalmente, poche settimane or sono, compiuto l’esperimento e approvato dal Consiglio, si deliberò di eseguire i lavori secondo la stessa commissione tecnica si era proposta. E questa è l’ultima vittoria della faticosa e nobile campagna per una estrema opera di salvataggio della storica cappella. La vittoria migliore, perchè si è ormai sicuri che si è sulla buona via, che quanto fin qui si è fatto e si farà, se non potrà ridare tutte le bellezze perdute, non ne tradirà alcuna di quelle richiamate alla vita. Senonchè questi prodromi di rinascita han già costato tutto quello che il comitato poteva disporre per l’opera bella. Pio X, che essendo cardinale aveva destinato alla Cappella del Rosario le undicimila lire di sopravanzo del Congresso Eucaristico, divenuto Pontefice offrì per la stessa causa altre venticinquemila lire. Ed altre somme offrirono altri fervidi fautori dell’importante restauro. Nondimeno la via che deve condurre al coronamento finale dell’iniziale opera di risurrezione è lunga ed aspra. Ma troppo bella è la meta perchè possa venir meno la volontà e l’aiuto di quanti amano la religione, l’arte, la patria. TERESITA GUAZZARONI.


Religione


Domenica seconda d’Ottobre

Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù se n’andò al Monte Oliveto: e di gran mattino tornò nuovamente al tempio, e tutto il popolo andò a Lui, ed Egli stando a sedere, insegnava. E gli Scribi e i Farisei condussero a Lui una donna colta in peccato: e postala in mezzo, gli dissero: «Maestro, questa donna or ora è stata colta che commetteva peccato. Or Mosè nella legge ha comandato a noi che queste tali siano lapidate. Tu però che dici?».e Ciò essi dicevano per tentarlo, e per avere onde accusarlo. Ma Gesù, abbassato in giù il volto, scriveva col dito sulla terra. Continuando quelli però ad interrogarlo si alzò e disse loro: «Quegli che è tra voi senza peccato, scagli il primo la pietra contro di lei». E di nuovo chinatosi scriveva sopra la terra. Ma coloro, udito che ebbero questo, uno dopo l’altro se ne andarono, principiando dai più vecchi: e rimase solo Gesù e la donna che si stava nel mezzo. E Gesù alzatosi le disse: «Donna, dove sono coloro che ti accusavano? nessuno ti ha condannata?» Ed ella: «Nessuno, o Signore». e Gesù le disse: «Nemmeno io ti condannerò: vattene e non peccar più». S. GIOVANNI, cap. 8.

Pensieri.

Nell’antica legge di Mosè -- a dare una terrribile ed insieme solenne sanzione ai dettati del codice — esistevano gravissime pene. Basterà l’enumerazione a darcene un concetto spaventoso. Per primo la lapidazione, poi il fuoco, poi la spada, poi lo strangolamento, poi il precipitare una persona dall’alto., poi l’annegamento, la dicotomia (od il taglio in due) ed infine la crocifissione. La serie può dirci assai bene come si punisse — a quei tempi — un delinquente: davvero non c’era da stare troppo allegri o scherzare, con simili bagatelle. La lapidazione era inflitta come punizione per i delitti contro la religione. Veniva prescritta anche per gli adulteri in ispecie se una donna maritata lasciavasi sedurre entro le porte od i confini della città. In questo caso tanto l’uno che l’altro degli adulteri dovevano morire sotto una montagna di sassi e pietre lanciate lor contro dai concittadini: anzi le prime pietre erano lanciate — di diritto — dai testimonii della colpa, il popolo poi in seguito avrebbe continuatò l’inesorabile giustizia. Si vede tuttavia -- dal richiamo che ne fanno i testimonii nello stesso Vangelo — che la lapidazione era ormai — ai tempi di Cristo — generalizzata per simile colpa: cosa che indica forte il dilagare di tale colpa nonostante la gravissima pena: per opporsi a tanti mali gli ebrei incrudelivano nella pena, sperando... Ma quale fu,il risultato?... A guarire questo male occorse un’altra legge che non fosse la pietra, un legislatore che legasse più che il senso, a volte infrenabile, la volontà ribelle e cattiva. • *

La donna è colpevole: innanzi ai testi che l’accusano essa non nega: rassegnata, attende l’ultimo supplizio, ne fo.rse si spiega perchè la trascinino nel tempio, innanzi ad un uomo — come Gesù — a lei sconosciuto ed ignota essa medesima — per sentirsi dire quello che e lei e gli altri tutti quanti sapevano. La legge era chiara e saputa. Sorpresa nel delitto il suo caso era contemplato, dunque... Ma allora perchè lo zelo e tanta ferocia in quei cattivi? Nell’ostilità a quella disgraziata, nell’ostentazione di zelo della causa divina, nella ferocia quelli — forse più di lei colpevoli --1 si rifacevano una assai dubbia moralità propria, e quindi la loro tranquillità, il loro onore valeva bene il sangue... dell’adultera. E Gesù — voglio la misericordia e non la giustizia! — Gesù sa primamente svergognare quel zelo falsissimo con una elegantissima trovata... Perchè il Vangelo dice e nota che si partirono tutti l’un dopo l’altro, incominciando dai... più vecchi? Gesù, se non scusare e difendere la colpa, ma trovare modo — nella difesa indiretta — di perdonare, alla potenza della passione, alla forza dell’ambien