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IL BUON CUORE 101


mava intorno a sè il popolo e lo teneva assorto nell’ascoltare le verità profonde e misteriose del cielo, Egli aveva già ormai vagheggiato nella sua mente divina, l’idea di un edificio, destinato a raccogliere l’umanità di tutti i tempi, come una sola famiglia si raccoglie dentro le pareti domestiche di una vastissima casa paterna. E nei suoi discorsi e nei suoi insegnamenti e in tutta la sua vita pratica, intese a tracciare le prime linee di tale edificio, intese a deporre tra le zolle, irrorate con il sudore della sua fronte,,i germi di istituzioni che avrebbero dovuto apparire più tardi nel corso dei secoli. Natura della Confessione. Una società dunque era destinata a sorgere intorno al nome di Cristo: e una società di carattere eminentemente religioso. Ora quando Gesù andava buttando le basi di tale società, in seno ai popoli della Giudea e della Galilea, altre società religiose esistevano. Esse vantavano una esistenza remota e si presentavano con proprie leggi e con proprii ordinamenti ai quali e alle quali i discepoli soggiacevano, con l’umiltà di un ossequio profondo, come figlio ad un coniando del padre. E con ragione: perchè un’accolta di individui non muove con sicurezza a meta di virtù ed a forma alta di elevazione morale, se non quando una è la forza che la sospinge in tutte le sue parti, uno il`criterio che informa tutte le sue facoltà di intendere e di volere. I giudici poi delle infrazioni, che si potevano avverare, da parte. dei discepoli, erano uomini della medesima società,- uomini che avevano ottenuto un plauso maggiore, per la loro condotta illibata e pura dinnanzi alla legge: uomini che avevano acquistato una riputazione sincera, per il loro amore disinteressato e grande a bene della società. Le infrazioni erano punite; e nel pianto il colpevole si rendeva un’altra volta degno della società, a cui aveva fatto oltraggio. Gesù è risorto. Per Gerusalemme, il popolo sdegnato tumultua e grida al ladrocinio del cadavere che dice certamente sottratto, con astuzia e con inganno, dai discepoli. I discepoli han paura della moltitudine: si rinchiudono silenziosamente in un’aula grande della città e rimangono, corwersando, pieni dr meraviglia e di stupore per gli avv enimenti, che li toccano così da vicino. A un tratto, in mezzo a loro, tra luce sfolgorante di cielo, appare Gesù che sorride e saluta con la sua formula prediletta: Pax vobis. Un senso profondo di letizia pervade l’anima dei discepoli, esultano nel vedersi un’altra volta efficacemente uniti ai Maestro e lo ringraz;ano: Piavi si sunt, viso Domino. Gesù è contento, disvela ai discepoli suoi, nuovi orizzonti di gioia, dischiude loro nuove sorgenti di grazie, haec cum dixisset insufflavit. A principio dei secoli, un alito soffiò dalle labbra socchiuse a letizia, del Sgnore, e l’uomo ebbe vita, si prostrò ai piedi del suo Creatore, adorandolo nella polvere, e si beò consacrando a Lui tutta la effus;one del suo amore.

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Nel corso dei secoli, un altro alito soffia dalle labbra, socchiuse a letizia, del Signore e l’uomo rià vita. Egli intende i suoi destini nell’azzurro dei cieli e, con l’entusiasmo di un giovane che ha trovato finalmente la ragione del suo vivere e del suo soffrire, consacra ad essi il suo amore e tutta la sua energia della sua anima, risoluto a piangere ogni sosta nel cammino verso di essi, risoluto a detestare ogni colpa che trattenga lontano dal cielo. Gesù dixit eis; accipite Spiritum... quorum remiseritis, remittuntur: quorum retinueritis, retenta sunt. Forme della Confessione. Le forme antiche in uso presso le diverse famiglie religiose, per giudicare le infrazioni che turbavano l’ossequio della legge e impedivano il lavoro di perfezione morale, hanno termine: come ha termine l’aurora, all’apparire del sole, come han termine i simboli all’apparire della loro realtà. Una forma nuovo è istituita da Cristo. Essa si svolgerà, lentamente sì, ma costantemente, attraverso le età, fino ad assumere l’atteggiamento della nostra confessione, un sacerdote, che siede come giudice in tribunale, e un colpevole, che piange nella visione dei suoi delitti, nella coscienza del male operato contro Dio e contro la intera famiglia cristiana. Nella famiglia religiosa di Cristo, l’uomo che infrange una prescrizione di legge, ordinatrice di rapporti tra la famiglia e Cristo, rinuncia con ciò alle comunicazioni di vita tra sè stesso e Cristo, si allontana dalle sorgenti feconde di grazie e disperde, inquinando, i rivoli d’acque che son già entrati nel suo spirito. Ma rinunciando alle comunicazioni di vita tra sè stesso e Cristo, egli si fa colpevole dinnanzi al Cristo storico e quindi a Dio, perchè l’atto è di ribellione e di ingratitudine; ecco il peccato, dirò, altamente individuale; ma poi si fa colpevole anche dinnanzi al Cristo mistico e quindi alla Chiesa, perchè l’atto è di turbamento profondo, radiando esso una parte del corpo che forma la Chiesa; ecco il peccato, dirò, individuale e sociale. Il peccatore offende Dio, in quanto impedisce l’unione, ardentemente sospirata, di Cristo con l’anima: offende la Chiesa, in quanto impedisce la perfezione.di essa in tutte le sue parti, destinate a corpo di Cristo. E non è questa una pura speculazione teologica, di mente solitaria; è invece la visione delle prime comunità religiose, cioè la visione della realtà, come fu intesa e voluta da Cristo. Come nella famiglia religiosa di Israele, che si accoglieva nel tempio di Gerusalemme, un tribunale giudicava le infrazioni che i sudditi portavano alla legge di Mosè; così nella famiglia religiosa di Cristo, che si accoglierà intorno alla croce, nei templi parte della terra, un tribunale giudicherà le infrazioni che i sudditi avranno portato agli insegnamenti di Cristo. La differenza è in questo, che l’antico tribunale rabbincio giudicava le infrazioni della legge con la guida di una casistica redatta a brevi sentenze e a