Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/103

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dagli Orsenigo. 93

altra bellezza, se non quella dell’asino e del diavolo. Ma, di questo, l’accecata giovane, non si accorgeva; ned è, al postutto, l’ingegno ciò, che una donna vagheggia o cerca, nell’amante. In fondo all’ideale femminile, ci è, sempre, un po’ del facchino. E poichè i costumi, le consuetudini, il decoro, le fisime rendono impossibile l’innamorarsi de’ facchini propriamente detti, che stanno alle cantonate; poichè fan sì, che una signora ammodo non possa pensare a gettar le braccia al collo del camallo e del bazzariota: chi negherà, che un giovanotto, cavallerizzo, napolitano, alto sei in sette palmi, spalle quadrate, petto sporgente, fianchi sgaggiati, muscoli di ferro, tendini, che pajon funi, non sia, fra’ gentiluomini ed i signoroni, quello, che più s’avvicina al facchino? Aggiungi: le femmine han cari gli uomini capaci di grandi e forti passioni; e tale la Radegonda stimava Maurizio. Scambiava, per saldezza e perseveranza dell’animo di lui, ciò, che, al fondo, era, semplicemente, fiacchezza: quel non sapersi liberare dal molesto pensiero dell’Almerinda, quel non saper fare punto e basta, prefiggendosi uno scopo degno. La Radegonda custodia, ancora, quel carteggio (ehm! ehm!) che le due parti le avevano consegnato, per distruggerlo col fuoco. Le style c’est l’homme, pensava