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mio corpo fece cadere, trasportando con sè il velo infocato.

Riportai qualche scottatura a’ polsi e alle mani, che i guanti non poterono tutelare; ma il pericolo era scongiurato; in tutti rinacque la tranquillità, la sicurezza, la quiete, e io potei ricominciare la mia romanza intitolata: La settimana d’amore^ che, a causa delle bruciature che mi facevano soffrire, potevasi intitolare: La settimana d’ardore!

Ebbi la modestia di credere che i fragorosi applausi datimi, fossero diretti assai più al pompiere^ che non al cantore...

In quel medesimo