Pagina:Issel - Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos, Milano, Treves, 1876.djvu/44

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viaggio nel mar rosso e tra i bogos.

l’obbiettivo nostro fosse Massaua, eravamo costretti ad allontanarcene momentaneamente, non trovandosi in Assab alcun mezzo di trasporto col quale, tanto per terra come per mare, fosse possibile proseguire il viaggio.

Varcammo, al tramonto, fra la squallida Perim e l’isolotto delle Ostriche, lo stretto degli Arabi, giustamente denominato Porta delle Angustie (Bab-el-Mandeb), perchè le onde vi assalgono con più veemenza che in ogni altra parte i fragili legni, ed i venti vi soffiano con maggior furore.

Ai primi albori comparvero all’orizzonte i monti vulcanici del Jemen, e più tardi l’alto promontorio di lava che s’intitola da Aden. Ai suoi piedi vedemmo con meraviglia il gigante dei mari, il Great Eastern, apportatore della fune telegrafica anglo-indiana, il quale avendo annodato l’India all’Arabia, si riposava dalle gloriose fatiche. Il nostro piroscafo, guscio di noce a fronte di tanto colosso, si ascose sollecitamente negli ultimi recessi del porto, tra i pigmei della sua specie.