Pagina:Jolanda - Dal mio verziere, Cappelli, 1910.djvu/35

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spirito si diletta e si raccoglie. Lo svolgimento graduato delle emozioni e dell’amore nell’altra Maria, è pure reso a tratti delicati e sicuri, da artista. D’un’elevatezza d’apostolo e di martire sono tutte le aspirazioni e i pensieri dell’eremita rivolti a Dio.


«.... che cosa egli aveva fatto? Aveva creduto di poter compiere da solo quello a cui non riuscirono milioni di martiri e di eroi, quello che Dio non permette ancora. Aveva creduto di allontanare ogni male dalle sue pecorelle, tenendole lontane dal mondo, quasi Egli non fosse laggiù come Difensore e dappertutto come Punitore».

Così l’atto d’umiliazione lo quetava, e come un eroico neofita dei primi tempi, questo martire spirituale finisce per benedire la mano che lo flagella, per trovare nel suo dolore, come i veri eletti, il sublime marchio dei privilegiati, un elemento di perfezione:


«— Colpitemi ancora, ancora, mio Dio, e fate che il mio cuore arda d’amore per Voi, poichè non nell’appagamento sta la perfezione, bensì in un crescendo di ardore. — »


E il sogno cessa a questo triste e sublime matutino...