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ISOLA DEL BATTELLO


I Viaggiatori
Diteci, o pastorelli,
     Forse la foce è questa
     Del rapido Cefiso,
     Che ci vediamo innanzi?
     5Nell’aurea giovinezza,
     Fidandoci pur troppo
     Nelle robuste braccia,
     E i consigli senili
     Noi codardia stimando,
     10Un dì, nella stagione
     Che il crudo ghiaccio scioglie,
     In un battel sdruscito
     Entrati, ci vantammo
     Senza periglio andarne
     15Fin dove ’l torbo fiume
     Impetüoso sbocca
     Nel non vicino lago.
Il fiume allor, pascendo
     Nostra baldanza, salvi
     20Lungo tratto portocci,
     Ma giunti inver la foce,
     Lasciando il freno all’ira,
     Contro gli aguzzi scogli
     Che l’onda intorno cuopre,
     25Con rabbia spinge e spezza
     Il debole battello:
     Ed a gran stento a nuoto
     Noi ci salvammo... I lidi,
     Se li miriam, né sembrano
     30Del rapido Cefiso;
     Ma bene ci ricorda,
     Che in sulla foce mai
     Null’isola vedemmo.
     Diteci, o pastorelli,
     35Come si chiama il fiume?
Uno dei Pastori
È il rapido Cefiso
     Quel che, o stranier, vedete.
     E quanto ne diceste
     Del corso audace vostro
     40E la barca spezzata,
     Più volte cel narraro
     Stupiti i padri nostri.
     «Quant’è maravigliosa
     (Essi non rade volte
     45Dicevano, mostrando
     Quest isola e l’immensa
     Rovina che là cuopre
     De’ monti la pendice),
     Quant’è maravigliosa
     50L’alma madre Natura!
     Mentre con mano irata
     Là strugge l’alta mole,
     Eretta da’ superbi
     Giganti, affin che fosse
     55Glorioso monumento
     Della possanza loro
     Ai secoli venturi;
     Ella qui con benigna
     Offizïosa mano,
     60In mezzo rapid’onde,
     Ricuopre i tristi avanzi
     D’una barca spezzata
     Con limo e con sabbione,