E l’isola nascente 65Riveste con erbetta
Mollissima e ridente;
Poi nel materno seno
Vi trasporta dal lido
La numerosa prole 70Del timidetto lepre
E del vago coniglio.
Fa colla testa cenno
Agli augellini d’ambo
Le rive; ed ecco, al cenno 75Ossequïosa, viene
Armoniosa torma
Ad abitare il lieto
Fogliame de’ virgulti
Spontaneamente nati; 80Ecco, s’innalza ombrosa
La giovinetta selva,
Ed offre spazio ai giuochi
Del gajo scurriglione,
E piena sicurezza 85All’inseguito cervo.»
Ecco ciò che più volte
Ci raccontaro i padri.
Ma noi ci rammentiamo,
Ch’un dì, ne la stagione 90Dell’acque le più basse,
Mentre ’l bifolco all’ombra
Di quell’ombrosa quercia
Abbandonossi al sonno,
Tutto l’armento suo 95Passò nell’isoletta,
Che da quel tempo istesso
Divenne delle mandre
Il pascolo comune
Ne’ lunghi giorni estivi; 100E, rammentando sempre
La sua maravigliosa
Origine, sinora
Da tutti vien chiamata
L’isola del Battello.