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     175Beltà, sonora voce
     E l’invidiabil arte
     Di palesar dell’alma
     I più occulti pensieri,
     Entrò nel sacro tempio
     180«Del biondo intonso Dio
     Con due ghirlande in mano,
     E coronato ch’ebbe
     D’Oméro il grave capo
     E di Pindaro l’aurea
     185E risplendente sede,
     Fra loro inginocchiata
     A parlar cominciò:
     «O tu, che co’ tuoi carmi
     Me, ancor fanciulla, festi
     190Di mie colombe immemore,
     Allor ch’io ti seguiva
     Sulle veloci penne
     D’ardente fantasia
     Nel tuo, da te creato
     195Meraviglioso mondo:
     E con teco sospesa
     E con i sommi Dei,
     Col mare e colla terra
     A quell’aurea catena,
     200Legata all’alto soglio
     Di Giove, che sereno
     In sulla cima siede
     Del nebuloso Olimpo; —
     O quand’io ti seguiva,
     205Fendendo le remote
     Onde dell’oceàno
     Immobili, da luce
     Lugubre rischiarate,
     E con tremor entrava
     210Tue vestigia premendo,
     Le nere ferree porte
     Dello spietato Pluto...
     E tu, che tanto gli altri
     Contemporanei vati
     215Sorpassi, quanto tutte
     Le sommità vicine
     L’alto Parnasso avanza;
     Voi l’un e l’altro esenti
     Di sprezzo, orgoglio, invidia,
     220Ragion mi date, e dite
     Perchè fu condannata
     Ad infanzia perpetua
     L’una metà de’ frali
     E miseri mortali?
     225Non furono esse donne
     Che, presso al Termodonte
     Vinsero l’altro sesso
     In arte, ch’egli ha dritto
     Di credere sua propria?
     230Per qual ragion mai dunque
     Escluderle dalle arti,
     Che nel core han lor sede?
     O voi di viltà scevri,
     Spirate al debol petto
     235Di timida fanciulla
     Quel generoso ardire,
     Che vuolsi per condurre
     Alla bramata meta
     L’ardito suo disegno.
     240Non a vittoria aspiro,
     Ma a rendere qui dritto
     All’oltraggiato sesso.
Frattanto il sol che scende
     Di Patrasso nell’onde,
     245Fa penetrar nel tempio
     Un obliquo suo raggio,
     Che a caso al sommo Omero
     La sacra fronte irradia,
     E quel volto ch’ha impressi
     250Gli altissimi pensieri,
     Lieto sorrider sembra.
Veduto ciò, con gioja
     Esclama la fanciulla:
     «Accetto il fausto augurio,
     255Venerato cantore!
     M’è ’l tuo dolce sorriso
     Presago di successo!»
Ella scorse la notte