De’ monti occidentali
Scendere dell’antica
Benfabbricata Tisbe 380La numerosa gente,
Agli abitanti unita
Della marina Tifa.
Giaceva ancor la notte
Sul tenebroso mare, 385Allor che gli abitanti
Della leggiadra Tifa
S’incamminaro a schiere,
Per arrivare a tempo
Alla gradita festa. 390Seguonsi l’uno l’altro
Carri dall’auree ruote,
Con fiori inghirlandati
E carchi di squisite
Innumerabil frutta. 395Li tirano robusti,
Bianchi al paro del latte
Tori dall’auree corna.
È della pigra coppia
Or più veloce ’l passo, 400Quasi noto le fosse
Che, questo dì fornito,
Sia del giogo poi libera.
Non si sente nè grido
Del condottier, nè fischio 405D’incomodo flagello.
Vanno seguiti i carri
Da biancheggiante stuolo
Di pecore lanute.
Le guidano fanciulli 410Di porpora vestiti
Senz’adoprar la forza;
Mentre da’ lor fratelli
Più grandi e più robusti
Vien guidata la greggia 415Delle barbute capre
Ritrose, che condurre
Non possono ch’a stento.