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IL FANCIULLO E LA GRU


Te cento e cento volte
     Saluto, o gru diletta!
     Da lungo tempo stommi
     Rivolto inverso i monti
     5Meridionali e guardo,
     Se tu, o cara, pur giungi!
     Già della primavera
     Tutti i minori augelli
     Da noi giunti già sono:
     10Lodole, verzellini,
     Rondini, cingallegre,
     Che animano cantando
     La foresta ed i campi.
     Ma tu, perchè tardasti?
     15Scamparo gli altri forse
     Senza la tua saputa?...
     Dimmi, diletta grue,
     Dimmi, dove t’alberghi
     Ne’ giorni dell’autunno,
     20Allor che ratta fuggi?
     Perchè nessun di voi
     Più vedesi ne’ campi
     O sulle case nostre
     Nel crudo verno e rio.
     25Di’, forse avete stanza
     Là nelle erranti nubi,
     O su codeste nude
     Cavernose montagne?
     Più volte inchiesta farne
     30Volli alla rondinella,
     Che sotto il tetto nostro
     Il suo nido sospese.
     Ma non v’ha un sol momento
     Ch’ella stiasi in riposo.
     35Tutto il giorno volando,
     Ora ella porta un fiocco
     Di lana, or un’erbetta,
     Or un pochin di musco,
     Che insiem riunisce e adatta
     40Coll’indefesso becco,
     Ed io la rondinella
     Stogliere non voleva
     Dal fervido lavoro.
     Alfin che mai poteva
     45Dirmi la meschinella?
     Tu, che lo puoi, spiegami
     Ciò che saper vorrei.
     Cheto starommi e attento.

La Gru

Il vendemmiar compito,
     50Allor che già le smorte
     Foglie della foresta
     Cadono sparse al suolo,
     E che de’ venti il soffio
     Più freddo il verno annunzia
     55E non lontana neve;
     Là su quel monticello
     Tutte raccolte in cerchio
     Alto battendo l’ali
     E con acuto strido,
     60Ad un segnal del duce
     Librate a vol scorriamo
     I vasti piani e i monti,
     E notte e dì volando
     L’ottavo Sol ne trova
     65Al vasto mare in riva.
     Che sia tu il mar lo sai?