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     305Da lungo viaggio: tiene
     Verga simile a quella
     Dei pastor nella destra,
     Ma con dorata punta.»
     Quest’ultime parole
     310Tremar ne fero: ed ella
     Che se ne avvide disse:
     «Non paventate, io mai
     Vidi donna più bella
     Nè più cortese: tosto
     315Ch’inverso lei venirne
     Frettolosa me vide
     Colla tazza ricolma,
     Mosse ver me benigna,
     L’accetta, e mi richiede
     320Il nome mio: rispondo
     Senza timore, Alcimna:
     E invan vorrei narrarvi,
     Quant’è grata sua voce,
     Ma presto andiam...» Credemmo
     325Che la straniera fosse
     Una seguace ninfa
     Dell’alma Dea de’ boschi,
     Che, smarrita la via,
     Riposasse nell’antro.
     330Ma qual stupor fu il nostro
     Il vederci dinanzi
     La stessa Diana: allora
     A terra ci prostrammo.
     Ella benigna a noi
     335Disse: «V’alzate.» Alcimna
     Poscia mirando, chiese:
     «E quest’è figlia vostra?»
     A noi fallía la voce,
     E rispondemmo appena
     340Con il capo accennando.
     Ella allor ne rispose:
     «Di vostra figlia in premio
     Io voi proteggerò;
     Ogni vostro desio,
     345Purchè prudente, io tosto
     Adempirò.» Ciò detto,
     Alcimna rimirando
     Con placido sorriso,
     Partì, e la lancia aurata
     350Nella grotta lasciò.»
Così la veneranda
     Ava narrò: i fanciulli
     Timidamente gli occhi
     Ver la lancia drizzaro;
     355Quand’improvviso il canto
     Del cuculo s’udio
     Nella vicina selva.
Ad un tratto la gioja
     Negli occhi de fanciulli
     360Al rispetto subentra.
     Ma la lor madre Alcimna
     Subito singhiozzando
     Dirottamente piange.
     Ansiosi i duo vecchi
     365Disser: «Che è mai, figliuola?»
Aminto lor rispose:
     «Io narrerovvi tutta
     La cagion di quel pianto.
     Un dì verso il tramonto
     370Passeggiavam coi figli
     All’ombra della selva
     Al nostro tetto attigua.
     E nel folto del bosco
     Udissi tosto il canto
     375Del cuculo: con gioia
     Spesso s’ode la voce
     Del profetico augello.
     Molte diverse a lui
     Facciamo inchieste, e lieti
     380Sue risposte udivamo
     Propizj a desir nostri.
     Alcimna sempre paga,
     Gli richiese: «Quant’anni
     Avranno ancor di vita
     385I genitori miei?»
     L’augel, quando rispose,
     Flebil sol mise un grido.
     «Non m’intendesti,» Alcimna