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154 dell'asino d'oro

teso che alcuni di loro i più valenti, per vari accidenti, ma animosamente, erano mal capitati, egli cominciò a persuadere, che assicurando il cammino per qualche dì, e facendo un poco di triegua co’ nimici loro, che egli attendessero a ricercar di nuovi compagni, e con fresca gioventù reintegrassero la bellicosa squadra, e riducesserla al numero di prima: e che quelli che non volessero, e’ gliele facessero far per filo: e quelli che fussero contenti, e’ gli allettassero a venir più volentieri con larghe promesse e liberali doni: affermando ch’e’ non sarebbono pochi coloro i quali, da una povera e servil vita partendosi, venissero alla lor setta, la quale era simile ad una potente tirannide. Ed egli, per la parte sua, aveva già convenuto con un giovane alto di persona, smisurato di corpo, e valentissimo delle mani, e avevalo fatto capace che egli finalmente svegliasse le addormentate braccia per la continua pigrizia, con qualche egregia fatica, a migliore opera; e mentre che egli ne aveva il tempo, godesse il comodo della sua sanità, e non porgesse sì potente mano a chieder per Dio; anzi la esercitasse in attignere oro continuamente. Accon-