Pagina:L'asino d'oro.djvu/177

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libro settimo 161

me quella fanciulla, se ne prese la via verso casa sua. Dove arrivati che noi fummo, noi scontrammo tutta la città, che era tratta a vedere il desiderato nostro ritorno: correva il padre, veniva la madre, comparivano i parenti, la incontravano gli amici di casa, l’accompagnavano gli allevati, e i famigli tutti allegri gli seguitavano: egli ti sarebbe certamente paruto vedere un pomposo spettacolo, e degno di esser celebrato fra le antiche memorie: d’ogni ragion gente, d’ogni età si vedevano correre a vedere una vergine entrar nella città trionfante in su uno asino. Perchè io, veggendo tante allegrezze, per non essere discrepante dagli altri, volli per la mia parte far segno di non essere manco di loro, e tesi gli orecchi, e gonfiato il naso, ragghiai quanto mai della gola mi usciva; anzi misi un grido grande, che parve il tuono che vien dopo una saetta. Or condotta che fu la fanciulla nel ricco palagio, mentre che ella si riposava nel seno della sua cara madre, e pendeva dalle braccia del suo disiderato padre, e piangeva, e gli altri con lei per l’allegrezza, Lepolemo, con una gran moltitudine di cittadini, e con un gran numero di