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il nuovo orientamento della donna ecc. 117


intendevo tanto! Questa, Signori, è la donna in politica. Non conosce transazioni, come non si perde in programmi, in teorie, o in altre astrazioni. Sente la cosa viva ed immediata e vi si dedica con una passione ed uno slancio che fa di lei una specie di spada che taglia le nubi. Crudele? Eccessiva? Lo sarà, senza dubbio, qualche volta, ma non «squilibrata» o «inopportuna», come troppo spesso si sente dire. Perchè l’equilibrio al quale essa mira non è quello dello statu quo: essa ha da portare alla luce qualcosa di nuovo — niente è « inopportuno » purché arrivi a quello, e « l’equilibrio » è pure per lei raggiunto quando idea e fatto si congiungono. Si intende che nell’epoca irreale che precedeva questa guerra, quando il più forte desiderio di quasi tutti era il comodo vivere, questa qualità recisa della donna poteva spesso sembrare intempestiva, e chi desiderava sopratutto il pacifico manteni­mento dello statu quo, faceva bene a tenerla lontana dalla politica. Ma guardando a domani, possiamo dire altrettanto? Non abbiamo pagato troppo caro la sonnolenza, il quieto vivere che precedeva questa guerra, e non sarà bene, a qualunque costo, che entrino delle forze più vive, più pronte a cogliere quella sostanza delle cose che è la realtà? Si dice spesso della donna che non ha esperienza della vita politica, ma perchè vi porti il suo contributo di visione nuova, io credo, Signori, che questo fatto ridondi a suo vantaggio! Come chi è sopraffatto di erudizione trova spesso difficoltà a scrivere semplicemente e con originalità, così l’uomo immedesimato colla vita politica di ieri, avrà molte difficoltà ad adattarsi all’ordine, speriamo, più semplice e più reale di domani. La donna almeno sarà libera dal peso dei «precedenti». Ad ogni modo, per aiutare — per «lubrificare» il pensiero di tutti gli