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Pagina:Latini - Il Tesoro, 3, 1880.djvu/539

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varianti e svarioni, da compilarne un volume. Beato

chi nella saggia critica trova Arianna, che gli ammanisca il filo ad uscire sano e salvo dall’intricatissimo laberinto!

Senza che, tutto il libro settimo non è in fin de’ conti volgarizzato così scapestratamente, come le parole del Serio possono far credere. Egli vuoisi percorrere le pagine dell’ edizione del Serio, per riscontrare come parecchi capitoli sieno pieni a ribocco di correzioni e note; ma alquanti ne siano affatto, quasi, incolumi e netti. Basta guardare, per vedere.

Che se vogliamo distinguere quali siano i capitoli che pili ebbero bisogno del medico, riscontreremo, che i più magagnati sono quelli che in maggior numero sciorinano sentenze e motti di antichi savi: i più sani ed aitanti della persona, sono quelli che espongono la solita dottrina facile e liscia di maestro Brunetto. Anche tal fatto accresce probabilità alla supposizione poco sopra esposta intorno alla origine della maledizione miracolosa di scerpelloni in questo settimo libro.

Quando leggiamo qualunque nostro classico libro deir aureo secolo della nostra lingua, specialmente in prosa, dove non è freno o legame di numero di sillabe e di accenti, ne di rime a segnar quasi dentro i giusti confini la via, non bisogna dimenticare giammai, che i mss. autografi sono assai rari (ne pur una linea, per esempio, di Dante!): che possediamo in qualche numero solamente i co-