Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/50

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GIOSUE CARDUCCI

e altre poesie: egli già vecchio scrisse alcuni sonetti al Burchiello allora giovanetto»1. Di questo ultimo asserto rimanga la fede presso il Vasari: ma rime dell’Orcagna il Biscioni le avea vedute in un codice strozziano. E molti de’ sonetti che vanno sotto il nome del Burchiello trovansi in altro codice strozziano sotto nome del grande architetto, il quale anche col far versi volle assomigliarsi al suo maggior successore, il Brunelleschi. Il Trucchi ne pubblicò alcuni, di quelli così detti alla burchia: noi, lasciando da parte gli enigmi, ci attenemmo nella scelta a quel che s’intende.

Antonio Pucci, «piacevole fiorentino (come lo qualificò il Sacchetti amico suo), dicitore di molte cose in rima»2, era d’una famiglia di gettatori di campane; e tenne bottega e avea casa ed orto in Via Ghibellina, ov’erano le fornaci da quel mestiere, onde ha oggi nome una strada ivi prossima. Dell’orto suo si teneva come d’un luogo di delizie: infastiditi certi amici glie ne fecero una burla: della quale datosi pace, volle che il Sacchetti la mettesse in novella. Fra gli avvenimenti della città ch’ei racconta nel Centiloquio, nota pure come pel diluvio del 1333 gli convenisse lasciare la casa di Via Ghibellina e Firenze. Fu poi trombetta del Comune; e dalla minuta descrizione che fa de’ luoghi nella Guerra di Pisa pare ch’ei v’intervenisse, se non altro ad accompagnarvi i commissarii. In ultimo scrisse istanze in versi alla signoria per essere nominato approvatore de’ sodamenti che si faceano dai debitori del Comune. Gli dispiacevano le guerre: non però quelle che si prendessero per onore e accrescimento della città. Fu uomo di gran religione: ma non sì che risparmiasse il papa e i cardinali, quando s’inframettevano nelle cose del Comune, e non avesse che dire dei frati. Ma sopra tutto egli amò Firenze: Mercato vecchio gli pareva la più bella piazza anzi la più bella cosa del mondo, e scrisse un capitolo delle sue proprietà: parevagli una nuova iliade


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  1. Vasari: Vita dell’Orcagna.
  2. F. Sacchetti: Novelle, CLXXV.