Pagina:Le Vicinie di Bergamo.djvu/115

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telli quell’esercito, tenere guardia sul Monte S. Vigilio, per tacere di mill’altre angherie, delle quali farò parola più innanzi. Le armi ormai erano passate in mani mercenarie, e i nostri doveano pagare a ben caro prezzo questo sacrificio della loro libertà che aveano fatto in nome della loro quiete, poichè cadevano indistintamente su loro quei carichi, che un tempo erano riserbati alle ville del contado ed alle genti rusticane, alle quali contendevasi l’onore di difendere coll’armi il loro paese, ma solo era riserbato il condurre carri per l’esercito, fornire guastatori per le opere di difesa o di offesa1.

Nei rapporti delle imposte le Vicinie aveano una parte importante, al pari dei Comuni rurali, per quanto riguardava la ripartizione e la esazione del fodro. Quando siasi introdotto fra noi l’estimo o catasto di tutti i beni mobili ed immobili, non si potrebbe affermare; il primo esempio di una imposta sui terreni, applicata in misura più grave agli ecclesiastici, che non ai laici, l’abbiamo nel 12032, dove appare che tutte le possessioni vennero in prevenzione assoggettate a stima, e in rapporto alla quale sappiamo che i singoli Comuni erano incaricati della esazione nel loro territorio3; che anzi alcuni anni di poi parrebbe che, secondo l’uso romano, i Comuni stessi

  1. Giulini VI, 65 seg.; VII, 90 seg. Ricotti Mem. cit. p. 153, 156. Ronchetti IV, 129. Pare che i rurali andassero armati alla leggiera; certo più per difesa che per offesa contro gli eserciti di quel tempo. V. il passo di A. Mussato in Murat. SS. X, 546: Accitis in urbem ruriculis quibus iussa vehiculorum, fundibulariorum, levisque armaturae cet.
  2. Finazzi, del Cod. Dipl. p. 54 dove va corretto extraneis in clericis.
  3. Arch. Capit. D 15.