Pagina:Le dicerie sacre.djvu/14

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D I C E R I A I. J tura, per cagione della vtilità, perciocbe l’ope- re mie (ottenendo alcuna cofa , ò facendo alcuno vfficio/ono affai fpelTb à gli edifìcij d'aiuto. Sentono di colonne à gli archi dimenforio alle volte.alle fepolture per termini,alle fontane per vtlie,talché la medefìma tua ragione vienfi còtto te fte(Ta à ritorcere, & poi, ch'io fono di te più vtile, la precedenza della perfettione fenz’ altr o mi fi conuiene . Io riporto il pregio, dice la Pittura,per cagione della vaghezza, Scdell'- ornamento. Quanto è più vaga,& magnifìca- cof a,ch'm vn pezzo di marmo,il vedete vn co* pommento d’hiftotia intiera,compartita in tan. te varie figure con tante,& tanto diuetfe attitu- diniìEt oltraciò chi è,che non fappia,che il mio vfficio è d’efprimcre la qualità, di cui è propria la fomiglianza,iltuo è d'efprimere la quantità, di cui è propria l’vgguaglianza ; onde (ornigli andò hucmiui, & donne più coloriti, che di pietra, ò di legno non fanno,più confeguente - niente dilettano! Potrebbe qui foifc la Scultura lifpondcre , replicando,che per cagione del diletto pretende aneli’ ella i primi honori : e che £e bene pai, che la leggiadria de’ colori rechi maggior piacere,ciò nondimeno più nelle parti accidentali,che nelle fuftantiali con(ìfte;onde àglihuomini intendenti piace più adai la cofa da tatti i lati compiuta, che la dipinta ; £ che maggior magnificenza apportano i bronzi, e i mar mi,i quali adornano le piazze, e i teatri,che il minio,& la cetufla, ch'appena detto lo (patio d'vn’angufta cornice cópaiono,& che (e le rancano i lumi,& l’óbre, che può dar l’Artefice,ella hà nódimeno quelli,e quelle,che fà laNatura iAeda^ che fi vano naturalmente variando: Et A } che 6 LaPittvra