Pagina:Le dicerie sacre.djvu/330

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Diceria I I. jir Udita la Luna più che non fecero ? come fi fa- rebbono fcompigliace Je ftel!e, difordinate Ie_> sfere, e gl'Attgioli ftetfi atterriti, s'egìi per non contriftar&li non hauclle loro la fua fronte na- fcofta?Crut con cucto ciò à sì fiero fpettacolo »;e Ila la terra, traballano i poli, fi fpezzan lu felci,fi diuidono i veli, s’ofFufca la luce, s’iuror* bida il giorno,fi feuocono i monti, rimbomban le valli.crollantì le fondamenta,sfondati gl’edi- fiei.rouinano le rocche,diroccanti itempij.fpaCv canti i marmi,romponti le colonne,traboccane i colo(fi,vrlano i venti,fofpirano Paure, tuonan le nubi, gonfianfii mari,frcmon gli fcogli,gemono gli antri, fermanti i fiumi, corrono i laghi,piangono i fonti, sfrondanti ibofehi,ficcano gli alberi, fchiantanfiirami, caggjon Itj fronde,languifcono i fiori,tramortifeono l’her- be,(iridali gli vccelli,fuggon le fiere,muoiono i pefei,tramano le gregge,difpergonfi gl’armen- ti,imbalotdifcono i bifolchi,imbucanti leferpi, intananti i moftri, difeompongonfi gli elementi, ftupifeono gli Aftrologi, coimertonfi i Filo* foli, tremano gli Abbitfi, palpitanie Furie, ap- piatanfi i DiauoliJ e rotte Cantiche leggi della Natura,riforgono dalle tombe i cadaueri fcpol- ti gran tempo innanzi. Tenebri faci*, funt fuper vniuerfatn ter rum, terra mota tft , petr* JciJJi funt, vtlum templi feiffum eft; & multa corpora[anttorum , qitt dormiemnt, (urrext- Tunt. Non c cofa al mondo nata, ch’ai morire del noftro Pan non ti difcoi)certi,e ch’ai terminarti della fua amorofa Mufica nonapplaa* da con qualche fegno. Leggeite ( Serenitfi- mo Sire ) di quelle prodigiofe ftrida ,che nella morte di Pan furono da’nauiganti vdite colà O j nel 1 iv