Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/378

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penti, tra’ quali ne vide uno femmina d’aspetto maraviglioso, perchè brillava come cristallo, e stava in un bacino d’oro portato da un altro serpente grosso come un elefante. Indovinerete senza difficoltà, Giamaspe, che quella regina de’ serpenti, come la chiamavano, era io in persona. — Me lo immaginava,» rispose Giamaspe, «ma raccontatemi i vostri discorsi con quel famoso viaggiatore. — Prima di tutto lo salutai, poi gli chiesi d’onde venisse, cosa cercasse e come si chiamasse; in fine, tutte quelle domande che soglionsi fare ai viaggiatori. Mi disse il suo nome, e mi raccontò partitamente le sue avventure e l’amor suo pel Profeta; indi Belukia fece anch’egli, da parte sua, molte interrogazioni alla regina. Voi sarete buono abbastanza, Giamaspe,» disse la regina, interrompendosi, «d’ascoltarmi con indulgenza se ora parlo di me. Del resto, ho inteso in vita mia narrare storie a sufficenza per saper, che il narratore deve parlare di sè in terza persona.


«La regina de’ serpenti,» continuò essa, «disse a Belukia d’aver radunati i sudditi per cantare le laudi di Maometto, il cui nome suona dovunque. Belukia, ringraziata la regina per ciò che gli aveva manifestato, tornò ad imbarcarsi sul momento, e fece vela per Gerusalemme. Colà vivea allora un gran sapiente, di nome Offan, dotato di cognizioni profondo in tutte le scienze, ma che possedeva particolarmente i misteri della geometria, dell’astronomia, della magia bianca. Proseguendo il corso delle sue letture assidue, avea trovato in un libro che l’anello di Salomone conferiva, a chi lo possedeva, il potere sui geni, gli uccelli ed i quadrupedi1. Ed aveva pur trovato nei

  1. Salomone o Sulelmon, come pronunziano gli Orientali, re e profeta ad un tempo come suo padre Davide è il più potente monarca della terra di cui facciano menzione gli storici degli