Pagina:Le monete di Venezia.pdf/99

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moneta, attentamente esaminati, confermano quest’opinione. Ogni moneta, per quanto nuova, ha pure alcuni legami intimi ed apparenti con quelle coniate nelle epoche precedenti, per cui, non riuscendo a scoprirli subito nella stessa zecca, è necessario indagare nei paesi vicini od in quelli avvicinati da rapporti commerciali. Ora il grosso non ha alcuna affinità colle monete d’Occidente nè per il peso nè per l’aspetto, e conviene cercare i suoi legami in quell’Oriente con cui Venezia aveva florido commercio; infatti colà esistevano monete d’argento di maggior peso che in Occidente, colà si conservavano le tradizioni dell’arte e della civiltà antica. Studiando i pezzi che hanno qualche affinità col grosso, si riconosce facilmente ch’esso ha per base e per prototipo l’arte greca, ma passata per il sentimento e per la mano degli antichi veneziani. Sul rovescio vediamo disegnato il Redentore seduto sopra un trono, che tiene il libro appoggiato sul ginocchio e la destra alzata in atto di benedire. Questa .sacra immagine si vede in tutte le antiche chiese di origine greca e si trova nel soldo d’oro bizantino dei secoli X, XI e XII, da cui fu copiata con fedeltà religiosa. Sul diritto della moneta sono disegnati due personaggi, che tengono insieme una lunga asta, la quale divide in due parti eguali il disco della moneta. Anche da questo lato il grosso ricorda i nummi bizantini di quei tempi, dove talora sono disegnati due o tre principi della casa imperiale, il Redentore o la Vergine pongono sul capo la corona al sovrano, ovvero l’Arcangelo Michele consegna il labaro all’imperatore, od altre analoghe rappresentazioni allegoriche e religiose. Questo concetto non è però copiato direttamente ed in modo servile dalle monete bizantine, ma adottato con qualche modificazione e diventato veneziano per l’uso fattone durante un lungo corso d’anni. San Marco che rappresenta e, per così dire, personifica l’idea del Comune indipendente di Venezia, consegna al capo dello stato lo stendardo, sul quale è disegnata la Croce, ricordo del tempo in cui tutti si decoravano di questo simbolo sacro; entrambi sono vestiti di lunghi paludamenti di foggia orientale con pietre preziose; la testa però non è coperta dalle bende e dai diademi gemmati dei