Pagina:Le opere di Galileo Galilei VI.djvu/351

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ma perché l’affrontare una tal costituzione è cosa di ventura e che non accade così spesso, però dice il Sarsi che non si deve ricorrere all’esperienze, attento che questi miracoli non si fanno ad arbitrio nostro, ma del caso, ch’è poi difficilissimo a incontrarsi. Tanto che, signor Sarsi, quando bene l’esperienze fatte mille e mille volte, in tutte le stagioni dell’anno ed in qualsivoglia luogo, non riscontrassero mai co ’l detto di quei poeti filosofi ed istorici, questo non importa niente, ma dobbiamo credere alle lor parole, e non a gli occhi nostri. Ma se io vi troverò una costituzion d’aria con tutti quei requisiti che voi dite che si ricercano, e che ad ogni modo non ci cuocano l’uova né si struggano le palle di piombo, che direte voi allora, signor Sarsi? Ma aimè! io fo troppo grande oblazione, e sempre vi rimarrà la ritirata con dire che vi manca qualche requisito necessario. Troppo avvedutamente vi recaste voi in un posto sicuro, quando diceste esser di bisogno per l’effetto un moto violento, gran copia d’essalazioni, una materia bene attenuata et "si quid aliud ad idem conducit": quel "si quid aliud" è quel che mi sbigottisce, ed è per voi un’ancora sacra, un asilo, una franchigia troppo sicura. Io avevo fatto conto di sospender la causa e soprassedere sin che venisse qualche cometa, immaginandomi che in quel tempo della sua durazione Aristotile e voi foste per concedermi che l’aria, sì come si trovava ben disposta per l’abbruciamento di quella, così si ritrovasse anco per la liquefazzione del piombo e per cuocer l’uova, parendomi che voi aveste per ambedue gli effetti ricercato la medesima disposizione; ed allora volevo che noi mettessimo mano alle fionde, all’uova, agli archi, ai moschetti ed all’artiglierie, e ci chiarissimo in fatto della verità di questo negozio; anzi pure che, senz’aspettar comete, il tempo dovrebbe essere opportuno di meza state, e quando l’aria lampeggia e fulmina, venendo a tutti questi ardori assegnata l’istessa causa: ma dubito che quando ben voi non vedeste in cotali tempi liquefarsi le palle, né pur cuocersi l’uova, non però cedereste, ma direste mancarci quel "si quid aliud ad idem conducens". Se voi mi direte che cosa sia questo "si quid aliud", io mi sforzerò di provederlo; quanto che no, lascerò correr la sentenza, la qual credo senz’altro che sarà contro di voi, se non in tutto e per tutto, almanco in questa parte, che mentre che noi andiamo ricercando la causa naturale d’un effetto, voi vi riducete a voler ch’io m’appaghi d’una ch’