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giornata terza. 357


Copernicano: contro alla verità del quale muove prima fierissimo assalto Marte[Marte muove fiero assalto contro al sistema Copernicano,] istesso, il quale, quando fusse vero che variasse tanto le sue distanze dalla Terra che dalla minima alla massima lontananza



Sagr. Anzi, quanto più semplice1, tanto più sarà egli impersuasibile del suo difetto. E con questa occasione vo considerando come non solamente per sodisfare al signor Simplicio, ma per altro rispetto ancora, non meno importante, è bene risolver questa ed altre instanze di simil sorte; poichè si vede che non mancano uomini, nella comune filosofia ed in altre scienze versatissimi, che, per mancamento o dell’astronomia o delle matematiche o di qual altra facoltà si sia che acuisce l’ingegno alla penetrazion del vero, restano persuasi da discorsi tanto vani: per lo che mi par degna di commiserazione la condizione del povero Copernico, il quale non si può tener sicuro che la censura delle sue dottrine non possa per avventura cadere in mano di persone, che non sendo abili a restar capaci delle sue ragioni sottilissime e per ciò difficili ad esser comprese ma ben di già persuasi da simili vane apparenze della falsità di quelle, per false e per erronee le vadano predicando. Per lo che, quando non si potessero render capaci di quelle più astruse2, è bene procurare che conoscano la nullità di queste altre, dalla qual cognizione venga moderato il giudizio e la condanna3 della dottrina che ora tengano per erronea. Recherò dunque due altre obiezzioni, ma contro al moto diurno, le quali non è molto che sentii produrre da persone di gran litteratura, e poi verremo al moto annuo. La prima fu, che quando fusse vero che non il ☉ e l’altre stelle si sollevassero sopra l’orizonte orientale, ma che la parte orientale della Terra se gli abbassasse sotto, restando quelle immobili, bisognerebbe che di lì a poche ore le montagne situate a levante declinando in giù mediante la conversion del globo terrestre, si riducessero in tale stato, che dove poco fa per ascendere al lor giogo conveniva caminare all’erta, convenisse di poi, per condursi lassù, scendere4 alla china. L’altra fu, che quando il moto diurno fusse della Terra, doverebbe esser tanto veloce, che uno

  1. Dapprima Galileo aveva scritto «quanto più semplice sarà», poi sottolineò «sarà».
  2. L’autografo: pi astruse.
  3. L’autografo: condenna.
  4. Prima Galileo, qui e alla lin. 24 della pag. 358, aveva scritto «sciendere», che poi corresse, in tutt’e due i luoghi, in «scendere». Invece a pag. 358, lin. 36, e a pag. 359, lin. 8, lasciò, senza correggere, «sciendere».