Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/370

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362 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

che quando è superiore al Sole, vicina all’altra sua congiunzione; tutta via la differenza è quasi impercettibile. Aggiugnesi un’altra difficultà[Altra difficultà mossa da Venere contro al Copernico.]: che quando il corpo di Venere sia per se stesso tenebroso, e solo risplenda, come la Luna, per l’illuminazion del Sole, come par ragionevole, quando ella si ritrova sotto il Sole, dovrebbe mostrarcisi falcata, come la Luna quando parimente ell’è vicina al Sole: accidente che in lei non apparisce; [Venere, secondo il Copernico, o lucida per sé stessa, o di sustanza trasparente.]per lo che il Copernico pronunziò che ella o fusse lucida per se medesima, o che la sua materia fusse tale, che potesse imbeversi del lume solare e quello trasmettere per tutta la sua profondità, sì che potesse mostrarcisi sempre risplendente: ed in questo modo scusò il Copernico il non mutar figura in Venere; [Copernico tace la poco variata grandezza in Venere ed in Marte.]ma della poco variata grandezza di lei non disse cosa veruna, e di Marte assai meno del suo bisogno, credo per non poter a sua sodisfazion salvare un’apparenza tanto repugnante alla sua posizione: e pur, persuaso da tanti altri rincontri, ci si mantenne, e l’ebbe per vera. Oltre a queste cose, il far che tutti i pianeti, insieme con la Terra, si muovano intorno al Sole, come centro delle lor conversioni, e [La Luna perturba assai l'ordine de gli altri pianeti.]che la Luna sola perturbi cotale ordine, ed abbia il suo movimento proprio intorno alla Terra, e che insieme insieme ed essa e la Terra e tutta la sfera elementare si muova in un anno intorno al Sole, par che alteri in guisa l’ordine, che lo renda inverisimile e falso. Queste son quelle difficultà che mi fanno maravigliare come Aristarco e il Copernico, che non può esser che non l’abbiano osservate, non le avendo poi potute risolvere, ad ogni modo abbiano per altri mirabili riscontri confidato tanto in quello che la ragione gli dettava, che pur confidentemente abbiano affermato, non poter la


tal parte appunto della celeste sfera, quale è la bocca del pozzo della superficie terrena?

Simp. Parmi che quando si profondasse il pozzo sino al centro della Terra, forse di là si scoprirebbe una parte di cielo, che sarebbe di lui quale è il pozzo della Terra. Ma discostandosi dal centro e salendo verso la superficie, si vien sempre scoprendo parte maggiore di esso cielo.

Salv. E finalmente, posto l’occhio nel piano della bocca del pozzo, si scuopre la metà del cielo o pochissimo meno, per la qual passare (dato che noi fussimo sotto l’equinoziale) ci vuol 12 ore di tempo.»